.I Kikuyu ritenevano di essere i prediletti di Ngai e difesero sempre strenuamente la loro terra; particolarmente conflittuale fu il rapporto con i Masai. I Kikuyu o Gikuyu sono il gruppo etnico più numeroso del Kenya. Parlano la lingua gikuyu o kikuyu. Il loro territorio tradizionale è il fertile altopiano centrale del Kenya, che essi coltivano. La storia antica dei Kikuyu è strettamente legata a quella degli altri popoli bantu della zona del Monte Kenya. Ritengono che gli altri gruppi etnici di questa zona fossero originariamente Kikuyu essi stessi, e che il dio Ngai li abbia divisi (e trasferiti altrove) per evitare che i Kikuyu diventassero troppo numerosi.
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Nella religione tradizionale kikuyu esiste un solo dio, chiamato Ngai o Mogai (adorato anche da Maasai e Kamba). Ngai vive sulla cima del Monte Kenya, che i Kikuyu chiamano KirinYaga o KerenYaga; qui egli assume la forma di MweneYaga, "potere soprannaturale". All'origine dei tempi, Ngai creò l'acqua, la terra, la foresta, la savana, le montagne e il deserto. Poiché si sentiva solo, cercò un compagno nel suo cuore, e trovò un uomo buono e giusto di nome Kikuyu, che lo venerava. Ngai portò Kikuyu sul Monte Kenya, per mostrargli dall'alto il mondo che aveva preparato per lui.
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I Kamba sono un gruppo etno-linguistico di ceppo bantu dell'Africa orientale, diffuso prevalentemente nelle regioni semi-aride della Provincia Orientale del Kenya e in parte in Tanzania.Il nome stesso "Kenya" deriva dalla parola kikamba.
I Kamba sono una popolazione di lingua bantu, originaria della Tanzania Occidentale, che emigrò attraverso i monti Mbooni, stabilendosi nel territorio attualmente occupato dal distretto di Machakos. Successivamente, questo gruppo attraversò il fiume Athi occupando l’attuale distretto di Kitui. Gerard Lindblom [1] osserva che la quasi identità linguistica e culturale fra i due distretti è probabilmente indizio di un'espansione relativamente recente, avvenuta forse durante la prima metà del XVIII secolo.
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I Kamba sono suddivisi in 25 clan totemici patrilineari (mbai) ulteriormente divisi in muvia, ovvero famiglie estese congiunte che comprendono tre o quattro generazioni. I principali clan kamba sono quelli degli Ulu, dei Kikumbuliu o Kibwezi, dei Kitui e dei Musoni.
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Prima del 1920, prima cioè della nascita dell’arte turistica kamba, le abilità artigianali dei Kamba erano utilizzate nella produzione di manufatti d’uso quotidiano e domestico. Ogni capo famiglia produceva, con l’aiuto degli altri parenti di sesso maschile, utensili domestici (cucchiai, pettini, sgabelli, pipe e tabacchiere), mobili per la propria abitazione, attrezzi per la caccia, l’allevamento e l’agricoltura (trappole, lance, archi, frecce, pale, asce, accette e coltelli), strumenti musicali (tamburi e corni) e ornamenti per i danzatori (collane, bracciali, cinture, campanelli).
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E' un popolo del Kenya. Vivono nelle regioni a nord del Monte Kenya, e sono uno dei gruppi etnici che formano un'unità politica ed economica con i kikuyu e gli embu. I meru parlano una lingua propria, ma sono spesso a loro agio anche con lo swahili e il kikuyu.
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E un’etnia keniota. Il territorio ancestrale ricalca quello dei distretti di Embu e di Mbeere, anche se oggi si tende a considerare gli mbeere come un’etnia imparentata ma distinta dagli embu. Gli embu sono un’etnia molto vicina ai kikuyu e ai meru con cui condividono parte el monte Kenya.Non esistono prove certe dell’origine degli embu. La loro mitologia parla di un’origine locale.
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La loro lingua madre chiamata dinca oppure thuongjang appartiene al gruppo delle lingue nilotiche, del ramo Caro-Nilotico degli idiomi Nilo-Sahariane.Non sono guidati da nessuna autorità politica centralizzata ma da una fitta rete di clan, i cui capi sono i cosiddetti "punte di lancia da pesca".
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Si ritiene che i Sukuma e gli altri gruppi Manyamwesi appartengano allo stesso gruppo delle popolazioni bantu dell'Uganda occidentale, da cui si sarebbero separati intorno al XII secolo a.C., spostandosi nell'odierna Tanzania. Non è noto in quale epoca i Sukuma si siano divisi dagli altri Nyamwesi, che sono collocati più a sud; secondo la tradizione orale, i Sukuma migrarono verso nord per sfuggire alle razzie di un altro popolo noto come Mirambo.
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Le maschere che riproducono in modo più o meno esplicito la forma del teschio umano sono spesso legate al culto degli antenati. Un esempio è la maschera detta mwana pwo (letteralmente "giovane donna") del popolo Chokwe dell'Angola, che unisce stilemi legati alla rappresentazione della bellezza femminile (viso proporzionato, naso e mento piccoli) ad altri tipici del defunto (orbite incavate, labbra screpolate e lacrime);
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